Come funzionano gli audit di certificazione?

27/Jun/2025 | Blog

Gli audit di certificazione sono strumenti fondamentali per garantire la conformità di un’organizzazione a specifici standard normativi, in particolare nei campi della qualità, ambiente, salute, sicurezza e responsabilità sociale

Attraverso un processo sistematico, documentato e indipendente, l’audit consente di verificare che i processi aziendali rispettino i requisiti previsti da norme internazionali come ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001 o SA8000, generando valore sia in termini di miglioramento interno che di credibilità esterna.

Vediamo come funzionano gli audit di certificazione, le loro principali tipologie e le certificazioni più diffuse nei settori ambientale, della sicurezza e della responsabilità sociale.

Che cos’è un audit?

Un audit è una verifica ispettiva sistematica, pianificata e basata su evidenze oggettive, condotta con l’obiettivo di valutare l’efficacia, la conformità e l’efficienza di processi, prodotti, programmi o interi sistemi di gestione

La norma di riferimento per lo svolgimento degli audit è la ISO 19011, che ne stabilisce le linee guida e i principi fondamentali, tra cui l’indipendenza, l’obiettività, la competenza e l’evidenza documentata.

Le tre tipologie di audit: prima, seconda e terza parte

Gli audit si possono classificare in base alla relazione tra l’organizzazione verificata e chi effettua la verifica. 

In questo senso, si distinguono tre principali tipologie: audit di prima parte o interni, di seconda parte o verso i fornitori, e di terza parte, svolti per la certificazione da parte di enti indipendenti. 

Ciascuna di queste tipologie ha caratteristiche, obiettivi e modalità operative specifiche.

Audit di prima parte o interni

Sono verifiche condotte dall’azienda su sé stessa, spesso a cura del Responsabile del Sistema di Gestione o di auditor interni adeguatamente formati. 

Lo scopo non è solo il controllo della conformità, ma anche l’individuazione di opportunità di miglioramento, prevenzione di criticità e monitoraggio continuo dell’efficacia dei processi.

Le caratteristiche principali sono le seguenti:

  • gli audit sono programmati periodicamente o eseguiti in casi straordinari;
  • devono garantire indipendenza: il valutatore non deve avere responsabilità dirette nei processi verificati;
  • prevedono diverse fasi: pianificazione, raccolta dati (interviste, osservazioni, documenti), analisi, redazione del rapporto e follow-up.

Audit di seconda parte

Sono svolti da un’organizzazione in qualità di cliente nei confronti di fornitori o partner esterni, per valutare il rispetto di accordi contrattuali, requisiti tecnici o standard qualitativi.

Ad esempio, possono essere svolti allo scopo di verificare la conformità di un fornitore prima di stipulare un contratto o di monitorare l’efficacia di servizi dati in outsourcing.

Possono essere effettuati da personale interno del cliente o da consulenti esterni qualificati.

Audit di terza parte

Sono condotti da organismi di certificazione indipendenti e accreditati, con l’obiettivo di ottenere, mantenere o rinnovare una certificazione riconosciuta a livello internazionale. 

L’audit di terza parte rappresenta lo strumento più formale e autorevole per dimostrare l’affidabilità e la conformità dell’organizzazione a standard normativi.

Più nel concreto l’ente certificatore si occuperà di pianificare e condurre un audit di sistema, di analizzare le evidenze raccolte e, in caso di conformità, di rilasciare il certificato ufficiale. 

Le diverse tipologie di audit secondo l’ambito

Come funzionano gli audit di certificazione

Oltre alla classificazione per “parte”, gli audit si possono suddividere anche in base all’oggetto della verifica

Le principali tipologie sono:

  • Audit di prodotto: verifica che un prodotto o servizio sia conforme alle specifiche tecniche stabilite.
  • Audit di processo: controllo della corretta esecuzione di un processo aziendale, in termini di efficienza e rispetto delle procedure.
  • Audit di programma: verifica dell’attuazione e dell’efficacia di specifici programmi, come quelli di formazione o gestione delle azioni correttive.
  • Audit di sistema: valutazione globale del sistema di gestione aziendale, considerando l’insieme integrato di processi, politiche e obiettivi.

Le metodologie adottate durante un audit possono variare sensibilmente in base all’approccio scelto dall’auditor o agli obiettivi specifici della verifica. In funzione di ciò, l’attività di audit può essere condotta secondo tre modalità principali: verticale, orizzontale e a ritroso, ciascuna con caratteristiche e finalità differenti.

Le verifiche verticali seguono un intero processo o progetto lungo tutte le sue fasi, permettendo un’analisi approfondita dalla pianificazione all’esecuzione finale. Le verifiche orizzontali, invece, si concentrano su un’area funzionale specifica dell’azienda, osservandone il funzionamento trasversale rispetto a più processi o reparti. 

Infine, gli audit a ritroso vengono utilizzati quando si vuole indagare l’origine di un problema, come nel caso di reclami o non conformità: si parte dall’effetto osservato per risalire gradualmente alle cause che lo hanno generato, applicando un approccio investigativo sistematico.

Tra tutte le metodologie e tipologie descritte, un ruolo centrale è svolto dagli audit di terza parte, soprattutto quando si tratta di ottenere riconoscimenti formali in ambiti regolati da standard internazionali. 

Questi audit rappresentano infatti la base del processo di certificazione, poiché consentono a enti esterni e indipendenti di verificare la conformità dell’organizzazione a requisiti specifici in materia di qualità, ambiente, sicurezza e responsabilità sociale. 

Certificazioni per la sostenibilità, la qualità e la responsabilità aziendale

Nel contesto attuale, ottenere una certificazione non è solo una formalità, ma un segnale concreto dell’impegno dell’organizzazione verso tematiche fondamentali come la qualità, la tutela ambientale, la salute nei luoghi di lavoro e il rispetto dei diritti umani.

In questo scenario, gli audit di terza parte rivestono un ruolo chiave: sono infatti il mezzo attraverso cui un ente indipendente e accreditato verifica la conformità dell’azienda agli standard internazionali, rilasciando – in caso positivo – una certificazione riconosciuta a livello globale.

Tra le certificazioni più rilevanti troviamo:

  • ISO 9001 – Qualità: riguarda i sistemi di gestione della qualità ed è una delle certificazioni più diffuse al mondo. Si basa su principi come il miglioramento continuo, la gestione per processi e la centralità del cliente;
  • ISO 14001 – Ambiente: si concentra sulla gestione ambientale e aiuta le organizzazioni a individuare, controllare e ridurre gli impatti ambientali delle proprie attività, contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse;
  • ISO 45001 – Salute e sicurezza sul lavoro: mira a garantire ambienti di lavoro sicuri e salubri, riducendo i rischi legati alla salute e sicurezza dei lavoratori attraverso un sistema strutturato e preventivo;
  • SA8000 – Responsabilità sociale: attesta il rispetto dei diritti umani e delle condizioni di lavoro lungo tutta la filiera produttiva. È particolarmente importante per le imprese che operano in contesti internazionali o che gestiscono fornitori in paesi a rischio.

Adottare questi standard e superare con successo gli audit associati non significa quindi semplicemente ottenere un “bollino”, ma intraprendere un percorso di crescita organizzativa

Gli audit di certificazione consentono di analizzare a fondo i processi, individuare margini di miglioramento e consolidare la fiducia di clienti, partner, istituzioni e stakeholder. 

In un mercato dove la trasparenza e la conformità sono sempre più determinanti, investire in certificazioni significa rafforzare la credibilità dell’organizzazione e costruire le basi per un successo duraturo.

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