In cosa consistono il carbon offsetting e il carbon insetting

24/Oct/2025 | Blog

Nel percorso verso una moda davvero sostenibile, non basta più “fare meno male”: è necessario fare di più, e farlo meglio. Questo significa andare oltre la semplice riduzione dell’impatto ambientale, ripensando in modo profondo l’intera Filiera del fashion e degli accessori.

Rendere il settore realmente responsabile implica infatti gestire le emissioni lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti, dall’approvvigionamento delle materie prime alla distribuzione. In questo contesto assumono un ruolo centrale due strategie chiave nel cammino verso la neutralità climatica: il carbon offsetting e il carbon insetting.

Entrambe mirano a compensare o ridurre le emissioni di gas serra, ma attraverso approcci profondamente diversi: l’offsetting interviene al di fuori della Filiera, mentre l’insetting agisce al suo interno, generando valore ambientale direttamente nei luoghi in cui le emissioni vengono prodotte.

Il carbon offsetting: compensare “altrove”

Il carbon offsetting consiste nel bilanciare le proprie emissioni finanziando progetti ambientali esterni che generano una riduzione equivalente di gas serra.

Si tratta, per esempio, di iniziative di riforestazione, tutela delle foreste, o impianti di energia rinnovabile in altre aree del mondo, da cui derivano crediti di carbonio acquistabili dalle aziende per compensare la propria impronta.

È uno strumento utile e immediato, ma non privo di limiti.

Può accadere, per esempio, che la stessa riduzione venga conteggiata due volte, sia da chi realizza il progetto sia da chi lo finanzia, generando un doppio conteggio che falsifica i risultati complessivi.
Oppure che l’intervento non sia realmente aggiuntivo: se il progetto sarebbe stato comunque realizzato, anche senza l’investimento, non produce un impatto ambientale effettivo.

Per questo, l’offsetting dovrebbe sempre essere accompagnato da politiche di riduzione diretta e da un’attenta verifica della credibilità dei progetti finanziati.

Il carbon insetting: rigenerare “dall’interno”

Il carbon insetting nasce per superare i limiti della compensazione esterna, spostando il baricentro all’interno della catena del valore.

In questo approccio l’azienda, da sola o insieme ai propri partner, promuove interventi di riduzione o assorbimento delle emissioni direttamente connessi alle proprie attività.

Può trattarsi, ad esempio, dell’introduzione di tecnologie a basso impatto nei processi produttivi, dell’adozione di fonti rinnovabili, di pratiche agricole rigenerative nei territori di approvvigionamento o di progetti di riforestazione nei distretti industriali.

L’insetting non si limita quindi a bilanciare le emissioni, ma mira a trasformare la Filiera in un sistema rigenerativo, capace di generare benefici ambientali, economici e sociali nei contesti in cui opera.

Come si attiva un progetto di insetting

Prima di avviare un percorso di insetting è necessario costruire una base conoscitiva solida. Tutto parte dal calcolo della Carbon Footprint di prodotto, che consente di misurare e localizzare le emissioni lungo il ciclo di vita dei materiali e dei processi.

Solo una misurazione accurata consente di individuare gli hotspot, ossia le fasi della Filiera a maggior impatto, e di definire le azioni di intervento più efficaci.

Una volta identificate le aree di miglioramento, si passa alla progettazione delle azioni, che possono includere:

  • la riduzione delle emissioni dirette con l’uso di energia da fonti rinnovabili;
  • la sostituzione di sostanze chimiche con alternative a minor impatto, in linea con protocolli riconosciuti quali ZDHC;
  • l’introduzione di pratiche produttive e gestionali più sostenibili, come quelle legate alla chimica responsabile, in risposta alle più recenti direttive europee. 

Successivamente, il progetto viene monitorato e verificato secondo metodologie riconosciute, che garantiscono la misurabilità e la permanenza dei benefici, evitando il doppio conteggio e assicurando la reale addizionalità dei risultati.

Strategie ambientali concrete per la Filiera moda

Come Consorzio Physis, ci dedichiamo ad affiancare le aziende nella definizione di strategie ambientali credibili e basate su principi scientifici, in linea con le principali linee guida internazionali.

Attraverso strumenti come il calcolo della Carbon Footprint di prodotto, il supporto alla conformità ai protocolli ZDHC e l’attenzione alla gestione sostenibile dei processi chimici, accompagniamo le imprese della Filiera moda e accessori nel costruire percorsi concreti di riduzione dell’impatto e di rigenerazione delle emissioni.

L’obiettivo non è solo compensare, ma trasformare la consapevolezza ambientale in un valore competitivo: un approccio che rafforza la trasparenza della Filiera, migliora la reputazione aziendale e contribuisce a un impatto realmente positivo sul territorio.

Un nuovo paradigma per la sostenibilità

Offsetting e insetting non sono in contrapposizione, ma due tappe di uno stesso percorso.

Il primo rappresenta una risposta immediata per bilanciare ciò che non si può ancora evitare; il secondo, un’evoluzione naturale che porta la sostenibilità dentro i confini dell’impresa e della sua Filiera.

Nel mondo della moda, dove l’impatto ambientale attraversa una rete complessa di attori, il futuro consiste nell’integrare riduzione, compensazione e rigenerazione in un unico percorso strategico, perché la sostenibilità autentica non significa più solo “fare meno male”, ma restituire valore, innovazione e responsabilità all’ambiente da cui tutto ha origine.

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