Il Regolamento Ecodesign per i prodotti sostenibili (ESPR – Ecodesign for Sustainable Products Regulation), approvato nel 2024 con il Regolamento (UE) 2024/1781, rappresenta un punto di svolta per il settore manifatturiero europeo. Per la prima volta, le regole sulla progettazione ecocompatibile si estendono a quasi tutti i beni fisici immessi sul mercato europeo, includendo anche accessori moda e gioielli.
Queste nuove norme pongono l’accento su una serie di requisiti progettuali e informativi che mirano a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita.
Le aziende della moda, da sempre abituate a valorizzare estetica, tendenza e artigianalità, dovranno ora integrare nel processo creativo anche criteri di durabilità, riparabilità, riciclabilità e contenuto di materiali riciclati, in una logica di circolarità e trasparenza che non potrà più essere ignorata.
Un elemento centrale di questo nuovo approccio sarà il Passaporto Digitale di Prodotto, un sistema obbligatorio di tracciabilità e comunicazione che renderà visibili al pubblico e agli organismi di controllo tutte le caratteristiche ambientali del prodotto.
Il quadro completo dei requisiti Ecodesign è consultabile nella sezione dedicata del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dove sono sintetizzati gli obiettivi, le categorie di prodotto coinvolte e i tempi di attuazione.
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Cosa cambia per accessori e gioielli
Per chi produce o distribuisce accessori moda e gioielli, l’ESPR introduce obblighi che vanno ben oltre il rispetto formale di nuovi standard tecnici.
L’intera fase di progettazione dovrà ora garantire una maggiore durabilità: bracciali, collane, cinture, borse, fibbie e altri oggetti dovranno resistere più a lungo all’usura, alle sollecitazioni meccaniche, all’umidità e al contatto con la pelle.
Questo implica l’uso di materiali di qualità superiore, l’eliminazione di componenti deboli o soggetti a rottura, ma anche l’adozione di finiture più resistenti e processi di produzione controllati.
Allo stesso modo, diventa fondamentale progettare i prodotti tenendo conto della loro riparabilità. Gli accessori e i gioielli dovranno essere facilmente smontabili e i loro componenti sostituibili senza danneggiare il prodotto nel suo insieme e questo comporta, ad esempio, l’uso di ganci e chiusure standardizzate, elementi modulari, maglie apribili e sistemi di incastro che non richiedano strumenti speciali o interventi irreversibili.
Le imprese dovranno garantire la disponibilità di pezzi di ricambio per un periodo minimo e fornire le informazioni necessarie per consentire la manutenzione o la riparazione, anche da parte di operatori indipendenti.
La valutazione della riparabilità sarà inoltre tradotta in un punteggio ufficiale, destinato a comparire sulle etichette e nei documenti informativi.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la riciclabilità e l’uso di materiali riciclati certificati. Le aziende dovranno evitare composizioni complesse o accoppiamenti non separabili, come plastiche multistrato, metalli verniciati con sostanze non recuperabili o incollaggi permanenti.
Si favorisce l’impiego di materiali puri, facilmente separabili a fine vita, e l’integrazione di materie prime seconde, come oro e argento riciclati.
Questi materiali non solo contribuiscono a migliorare il profilo ambientale del prodotto, ma permettono anche di ottenere un punteggio più alto nei sistemi di valutazione previsti dal Regolamento.
Il ruolo centrale del Passaporto Digitale di Prodotto
L’elemento chiave della transizione promossa dall’ESPR è il Passaporto Digitale di Prodotto (DPP). Questo strumento, destinato a diventare obbligatorio per tutte le categorie coinvolte, rappresenta la carta d’identità digitale del prodotto, contenente informazioni dettagliate su composizione, tracciabilità, durabilità, riparabilità, contenuto di sostanze pericolose e modalità di smaltimento.
Il passaporto sarà accessibile attraverso un codice QR o un sistema NFC integrato nel prodotto o nella confezione, e permetterà a consumatori, distributori, riciclatori e autorità di accedere ai dati aggiornati e verificabili.
L’obiettivo è garantire trasparenza lungo tutta la filiera, offrendo strumenti concreti per il consumo consapevole e l’economia circolare.
Le imprese dovranno organizzarsi per raccogliere, validare e trasmettere queste informazioni attraverso sistemi digitali interoperabili, integrati con un registro europeo attualmente in corso di definizione.
Verso una nuova progettazione per il settore moda
L’adeguamento al Regolamento Ecodesign non è solo un obbligo normativo, ma anche un’occasione per innovare in modo strutturale il settore degli accessori e della moda.
Le imprese che operano in questo ambito dovranno affrontare un cambiamento culturale e organizzativo, ripensando i propri prodotti secondo logiche di eco-efficienza, tracciabilità e responsabilità ambientale. Più in concreto dovranno attuare una revisione dei materiali impiegati, del modo in cui gli oggetti sono assemblati, della durata prevista e delle possibilità di riparazione e smaltimento.
Sarà necessario sviluppare nuove competenze interne, collaborare con fornitori in grado di garantire materiali riciclati certificati, digitalizzare le informazioni di prodotto e comunicare in modo efficace i benefici ambientali ottenuti.
Il DPP, da questo punto di vista, non sarà solo un vincolo burocratico, ma anche uno strumento di marketing e posizionamento, in grado di rafforzare la reputazione aziendale e rispondere alle aspettative crescenti di consumatori, investitori e istituzioni.
Nel contesto di una moda sempre più attenta all’impatto ambientale, l’ecodesign offre alle aziende italiane l’opportunità di distinguersi per qualità, innovazione e trasparenza. Chi saprà cogliere per tempo questa sfida, trasformandola in una leva di valore, potrà posizionarsi con forza in un mercato europeo che premia la sostenibilità concreta, certificata e accessibile.