Dall’UE la direttiva Green Claims per contrastare il greenwashing

04/Giu/2024 | Blog

Lo scorso 12 marzo 2024 il Parlamento Europeo ha adottato la sua posizione sull’istituzione di un sistema di verifica e pre-approvazione delle dichiarazioni di marketing ambientale, note come Green Claims, per proteggere i cittadini dalle pubblicità ingannevoli

La direttiva obbligherebbe le aziende a presentare prove relative alle loro dichiarazioni di marketing ambientale prima di pubblicizzare prodotti come “biodegradabili”, “meno inquinanti”, “realizzati nel rispetto di politiche volte al risparmio idrico” o simili.

I paesi membri dovrebbero, entro 30 giorni, incaricare dei verificatori per approvare preventivamente l’uso di tali affermazioni, per proteggere gli acquirenti da pubblicità infondate e ambigue.

Dopo le elezioni del 6-9 giugno prossimo, il nuovo Parlamento eletto dovrà legiferare in merito. Nel frattempo, i singoli Paesi sono allertati. 

Inoltre, i green claims basati esclusivamente su sistemi di compensazione del carbonio rimarranno vietati.

Cosa sono i Green Claims

I Green Claims, che possiamo tradurre in italiano come dichiarazioni verdi o pubblicità ambientali, sono dichiarazioni che le aziende fanno per promuovere i loro prodotti o servizi come ecologici, sostenibili o rispettosi dell’ambiente

Queste affermazioni possono essere espresse in vari modi, come etichette sui prodotti, pubblicità, campagne di marketing, o comunicati stampa. 

Lo scopo principale è quello di attirare i consumatori che sono preoccupati per l’ambiente e preferiscono acquistare prodotti che hanno un impatto ambientale ridotto.

Tipologie di Green Claims

I green claims possono essere suddivisi in diverse categorie, tra cui le seguenti:

  • dichiarazioni generiche: affermazioni vaghe come “eco-friendly” o “sostenibile”, senza dettagli specifici;
  • dichiarazioni specifiche: affermazioni più dettagliate che descrivono esattamente quanto il prodotto sia ecologico, per esempio “realizzato con materiali riciclati al 50%”;
  • certificazioni e marchi: uso di loghi e certificazioni riconosciute come la Ecolabel UE, il Fair Trade o la Certificazione FSC per il legno;
  • impegni aziendali: dichiarazioni che riguardano le politiche e le pratiche sostenibili dell’azienda, come l’uso di energie rinnovabili o l’impegno a ridurre le emissioni di carbonio.

L’UE vuole intervenire su queste dichiarazioni, contrastando principalmente quelle generiche e vaghe, ma anche andando a regolamentare in modo unitario le tantissime certificazioni rilasciate da enti privati

Problemi e Controversie

Nonostante le buone intenzioni, i green claims possono essere problematici per vari motivi:

  • greenwashing: quando le aziende esagerano o falsificano le loro credenziali ecologiche per apparire più rispettose dell’ambiente di quanto non lo siano in realtà;
  • mancanza di standardizzazione: la mancanza di regole chiare e standardizzate rende difficile per i consumatori verificare la veridicità delle affermazioni ecologiche;
  • confusione dei consumatori: dichiarazioni vaghe o ingannevoli possono confondere i consumatori, rendendo difficile fare scelte informate.

Per valutare la credibilità di un green claim, i consumatori possono:

  • preferire prodotti con certificazioni ambientali riconosciute;
  • controllare se l’azienda fornisce dettagli specifici e trasparenti sulle sue pratiche ecologiche;
  • diffidare delle affermazioni troppo vaghe o generiche e cercare di approfondire l’argomento.

Proprio a causa del rischio di greenwashing e della confusione diffusa tra i consumatori, il Parlamento Europeo intende intervenire per regolamentare i green claims e fare in modo che ci sia, nei vari Paesi membri, una legislazione coerente e standardizzata.

Conclusioni

I green claims possono essere uno strumento potente per promuovere la sostenibilità, ma è essenziale che siano usati in modo onesto e trasparente

Consumatori informati e normative rigorose possono aiutare a garantire che queste dichiarazioni contribuiscano veramente alla protezione dell’ambiente.

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